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C(h)amp d’expression: “Ho vissuto nelle case famiglia…sempre lavorato. Ho fiducia in me, il giorno che avrò i documenti, avrò anche un lavoro…” – CRA di Palaiseau (Parigi, Francia)

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Articolo pubblicato il 19 marzo 2015

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Observatoire citoyen Palaiseau

 

[IT] Oggi la campagna Open Access Now diffonde le testimonianze degli stranieri detenuti nel campo di Palaiseau, a Parigi per rendere visibili le storie delle persone detenute e far luce sulle condizioni di detenzione e accesso ai diritti.

Le testimonianze – presentate in allegato come una cronaca – sono state raccolte dai membri dell’Osservatorio cittadino del CRA di Palaiseau in occasione di visite individuali condotte nell’autunno 2014. Testimonianze sono state raccolte anche dal Cercle des Voisins de Cornebarrieu (“circolo dei vicini” del centro di detenzione di Tolosa).

 

Osservatorio cittadino del CRA di Palaiseau

B: “L’avvocato mi ha chiesto di dire che volevo tornare nel moi paese. Non ho potuto parlare del mio capo, della promessa di assunzione e dei miei sforzi per essere regolarizzato ! Al tribunale, ovunque, sembrava che non avessi alcuna chance di restare quì!”. Così, B., convocato al consolato del Mali, ha deciso l’altro ieri di gettare la spugna e firmare la domanda di lascia-passare per il Mali. […] “Il mio sogno era di aprire una libreria nel mio paese perché i bambini possano imparare e svegliarsi. Ho un sacco di libri nei miei bagagli anche se non so leggere…” […]

 

Oggi è la voce di un senza voce di nome Ezzedine I. che vogliamo farvi sentire. E’ uno scheletro, altro, stupido di ricevere visita da due signore che non conosce, quello che entra nella piccola sala visite. Non mangia praticamemente niente da quando è “trattenuto”. Il Ramadan, certamente, non è un periodo facile, ma anche dopo, come può mangiare una persona che non ha (o pochissimi) denti? Alcuni fratelli di detenzione gli danno i loro yogurt, ma per una persona della sua statura non è sufficiente […] Nessuna lamentela da parte di quest’uomo. Non se ne parla di lamentarsi nemmeno con la famiglia che ha venduto l’unica mucca per pagare il trafficante. Nessuno sa che si trova in un centro di detenzione. E perché non dire la verità sulla vita a Parigi ed in Francia? “Nessuni mi crederebbe al paese, neanche io ho creduto a quelli che mi hanno messo in guardia prima della partenza” ci ha risposto. […]

Sono tornata a trovare B. con Josette : “Nel corso delle tre udienze, hanno detto delle cose che non corrispondono alla mia vita! Il prefetto, l’ambasciatore non mi conoscono anche se hanno copia dei miei documenti! Ho detto al giudice: mi deve ascoltare, ora voglio tornare a casa! Perché mi da altri 20 giorni? Mi vuoi far soffrire prima di tornare a casa!” […]

Ben : “Hanno scritto che ho rubato e sono scappato perché non ho i documenti ; al tribunale amministrativo non avevo chances, a Evry nemmeno, l’avvocato d’ufficio non mi ha nemmeno parlato…Al commissariato ad Evry, il poliziotto mi hatto ‘non hai nessuna chance quì. Te ne tornerai a casa tua. Troppo razzista!” […]

I: “Non ho fatto niente, non ho mai rubato. E’ la prima volta in vita mia che mi faccio arrestare, che mi mettono le manette…Non ero mai stato al commissariato…Niente. ” Ci dice di lavorare nella ristorazione, ma anche nell’edilizia, sempre a nero. A seconda di quello che trova. La strada è stata lunga. Partito giovanissimo, nel 2000, dal Congo, dove non aveva nessuno che si occupasse di lui, che gli pagasse gli studi, fa il muratore a Douala per 6 mesi, poi parte in Senegal, in Marocco e alla fine arriva a Marsiglia pagando un trafficante 2 000-3 000 euro…“Ho vissuto nelle case famiglia…sempre lavorato. Ho fiducia in me, il giorno che avrò i documenti, avrò anche un lavoro…” – CRA di Palaiseau (Parigi, Francia)

 

Le Cercle des Voisins de Cornebarrieu, Tolosa

Aicha, 15 mesi, è detenuta da 6 giorni nel centro di detenzione di Cornebarrieu a Tolosa.

La famiglia cecena Koudouzov ha introdotto una domanda d’asilo in Francia nel 2010. Da allora, anche se la domanda ha ricevuto un diniego, hanno stretto legami solidi a Perpignan. Nonostante ciò, la prefettura dei Pirenei orientali rifiuta di regolarizzarli e continua a tentare di espellerli. Dopo un primo tentativo di espulsione il giorno stesso dell’arresto, la famiglia ha opposto resistenza ad un secondo tentativo, particolarmente violento, alle 4 del mattino nella notte tra il 16 e il 17 ottobre. Da allora, sono detenuti nel fabbricato per famiglie del centro di Cornebarrieu, inadatto a bambini così piccoli. […] La CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo) è intervenuta su questo caso, chiedendo alla Francia di sospendere l’espulsione in attesa dell’esame del ricorso (che prenderà qualche mese!) […]

In allegato, la versione integrale di queste testimonianze (in francese).

 

Ogni testimonianza è diffusa nel rispetto del diritto all’immagine e alla privacy. In questo spirito, i membri della campagna Open Access Now diffondono le testimonianze raccolte in forma anonima e dopo un lasso di tempo, variabile a seconda della durata massima di detenzione amministrativa nel paese in cui si trovano le persone interessate.

Allegati

Bibliografia

Data/e di pubblicazione: 19/03/2015